05 Scacchi a Stoccolma Nirvana Nordico Augusti 2013
Prologo
Noi
non siamo che pedine degli scacchi, che son facili a muoversi proprio come il
Grande Giocatore di scacchi ordina. Egli ci muove sulla scacchiera della vita,
avanti e indietro, e poi ci rinchiude di nuovo.
Con la
paciosa naturalessa di una partita a scacchi giocata in una fredda sera di
gennaio, con l’aperitivo della sera sul ligneo tavolo della Stube, con
l’indomabile desiderio di vita, l’ignara
comitiva italiana dell’Ing. Fritz Von Baumann e del Ragioniere si accingeva a
permeare un nuovo mondo: il mondo dei grandi viaggi dell’Ingegnere. Il
Ragioniere propose di partire tutti assieme per un qualsiasi stato europeo ed
in meno di un femtosecondo l’entusiasmo generale raggiunse l’acme: ogni
partecipante sbalestrò la sua mete ideale: le ragasse Parigi, i ragassi Ibisa,
L’Ingegnere l’Austria ed il Ragioniere taceva, osservando compiaciuto il
risultato ottenuto…
Dopo qualche
giorno, Fritz ed il Ragioniere presentarono a loro amici le due mete più
allettanti: Svessia e Spagna. Con somma gioia di Fritz, gli amici optarono per
Stoccolma e, inebriati dall’entusiasmo, acconsentirono alle richieste dell’Ingegnere.
La settimana successiva, con la medesima
procellosità con cui furono accolte le precedenti proposte, molti consensi
vennero meno, facendo arenare il gagliardo Drakkar dell’organissassione. Il
rammarico fu grande, Dj Ciccio non voleva rassegnarsi, infatti Fritz, da buon
amico, gli corse incontro rammentandogli
che qualunque cosa fosse stata chiesta con fede, di sicuro sarebbe stata
concessa. Così il Disk Jockey continuò a sperare e, mentre il Ragioniere non
riusciva a reclutare partecipanti. Provvidensialmente, tre vecchi amici
contattarono Ciccio per fruire info in merito al viaggio.
Il 27
Febbraio 2013, nella saletta del solito Caffè, Dj Ciccio e fidansata,
l’Artista, presentavano al Ragioniere, autoprocalmatosi Poliglotta, ed al
L’Ingegnere i salvatori del viaggio: La Dottoressa con il fidansato Rugbier e
Wendy.
Le note
della “Marcia” dello Schiaccianoci di Čajkovskij, che avevano accolto il trionfale arrivo dei
salvatori del viaggio, cedevano il testimone al movimento “Scena” del Lago dei
Cigni, che insinuava cupi presagi. Terminati i convenevoli e le presentassioni,
prese vita la Dansa Macabra raffigurata a Clusone: xilofoni immaginari
suonavano Saint Sanës, il Poliglotta esponeva il suo programma: alla lettura di ogni punto, uno scheletro
dansava goffamente dinansi a Fritz ed, aprendo la bocca aulente di becero
orgoglio, annunciava l’annullamento di una delle sue richieste. Gli scheletri si susseguivano, sempre più
forieri di cattive notissie, la musica si acuiva, il raccapriccio di Fritz
cresceva… Nonostante tutto, la configurassione finale del viaggio appagava gli amici
e soddisfaceva Fritz. L’Ingegnere, infatti, voleva raggiungere una latitudine
maggiore rispetto a quella di Berlino e, sull’esempio del nobile Anonius Block,
giocare a scacchi con quella Morte, non intensa come l’innocente e spietato
Araldo sinonimo di dolore, ma come la
Transissione di Fase subita del sistema Uomo, che dopo un viaggio rafforsa od indebolisce le forse di Van Der
Waals responsabili del suo avansamento
verso l’infinito a cui tende peculiarmente!!!
20 Agosto 2013
Dopo sette interminabili mesi costellati di attese, preparativi, speransa ed entusiasmo, L’Ingegnere, il Poliglotta, il DJ, il Rugbier, l’Artista, la Dottoressa e Wendy atterrarono presso l’aeroporto di Nyköping e di lì partirono per l’albergo di Skärholmen. Giunto nel paesino dell’hotel, Fritz ricevette una graditissima sorpresa: una inattesa telefonata da colei che merita il suo più caloroso abbraccio ed il suo affetto…Fra allegria, stanchessa ed ansia per l’indomani, Fritz ed amici si augurarono vicendevolmente Buona Notte in nove lingue e varcarono i cancelli del mondo dei sogni…
21 Agosto 2013
Il primo giorno in
Svessia inissiò con un singolare saluto alla bandiera: il risveglio nella nivea
ed illibata natura svedese. Come è noto, fra svedesi e natura sussiste un
legame a dir poco ancestrale, così, per favorire la famigliarissassione con la
Svessia, il Poliglotta
scelse per i suoi amici un grassioso
albergo immerso in un bosco di betulle ed abeti, dando loro l’opportunità di
essere
quotidianamente destati dal cinguettio degli uccellini…
La prima tappa del viaggio fu il cuore culturale, storico e religioso della
Svessia, la quarta città svedese per estensione, l’ex capitale dello stato
scandinavo: Uppsala.
Essa, oltre ad essere famosa per il suo glorioso passato, è da sempre crogiolo
di cultura e crocevia di intellettuali. Uppsala, infatti, diedi natali al
gigante del cinema Ingmar Bergmann, al biologo Carl Lineé, al medico Olof
Rudbeck il Vecchio, all’astronomo Anders Celsius, al chimico scopritore del
Silicio, Jöns Jacob
Berzelius… La visita della ex capitale partì dall’antico centro urbano,
Gamla Uppsala, dove sorge la Galma Uppsala Kyrka, ossia la chiesa più antica
del paese. Gli storici credono che essa sia stata edificata sulle fondamenta
del tempio pagano dedicato ad Odin e, dopo la definitiva affermassione del
cristianesimo, sia divenuta sede episcopale e nel 1164 arcivescovado. Quanto
detto deriva da fonti, seppur attribuibili ad Adamo von Bremen, inevitabilmente
corrotte dal tempo e dalla confutabilità delle ricerche dello storico tedesco.
L’interno della chiesa, piuttosto limitato,
ospita le tombe del propositore della scala centigrada e dei suoi cari;
all’esterno si possono ammirare pietre runiche risalenti all’epoca vichinga ed
il campanile in legno e si può passeggiare per il piccolo cimitero. Lasciata la
chiesa romanica, i sette amici giunsero al Gamla Uppsala Museum e Kungshögarna,
rispettivamente museo della vecchia città e tumuli reali. Il primo, come si
evince dal nome, attraverso fedeli ricostrussioni di ambienti domestici
vichinghi, modellini e reperti, narra la storia della civiltà che fin dall’Età
del Ferro popolò la terra dei Re di Svea. Il mito e l’archeologia suffragano la
tesi secondo la quale la mitica dinastia Ynglingar, discendente di Odin, con i re Aun,
Egils ed Adils, fosse realmente stansiata a Galma Uppsala; ciò è comprovato dalla presensa di diversi
tumuli funerari. Ormai ora di pranso, L’Ingegnere non poté non accettare un
singolare invito: pransare tra i Kungshögar, nella fresca natura svedese fra le
tombe dei re di Svea! Poco importa l’identità degli uomini sepolti, quello che
conta è aver pransato in un luogo colmo di storia e magia, al cospetto di
nobili o no, ma comunque grandi per la loro intrinseca ricchessa: l’umanità!
I viaggiatori, poi, raggiunsero il castello, Uppsala Slott. L’imponente maniero
dai bastioni cilindrici, costruito nel
1549 da Gustav I Vasa, fu teatro di importanti episodi storici che, tutt’oggi,
aduggiano la sua peculiare funsione: esso nacque come fortessa, cagion per cui
fu eretto sul crime Kasåsen. Nelle sue stanse, il Leone di Messanotte, re
Gustav II Adolfo Vasa, sia per interessi egemonici, sia per tutelare gli
svedesi di confessione protestante, maturò la decisione di prender parte alla
Guerra dei Trent’Anni, tuttavia, pochi
anni più tardi, sua figlia Cristina di Svessia decise di abdicare dal legittimo
ruolo di sovrana per potersi convertire al cattolicesimo. Nel 1567 le mura del castello assistettero all’ultimo atto
della follia di re Erik XIV di Svessia: l’Omicidio della Famiglia Sture. Infine,
nel 1702, un incendio rese Uppsala Slott
un rudere e, dopo anni di restauro, oggi la fortessa è residensa del
governatore di Uppsala Län e, quasi per voler amnistiare i fatti di sangue,
ospita tre musei, fra cui quello della pace: Frendens Hus!
Il successivo punto del programma prevedeva lo snodamento nel quartiere
universitario: Ateneo, Biblioteca “Carolina Rediviva” e Gustavianus Museum,
furono gli highlights successivi. A causa della chiusura estiva dell’ateneo,
Fritz e compagine non poterono visitare quella che è la più antica università
della Scandinavia; essa fu fondata nel 1477 dal vescovo Jakob
Ulfsson e re Sten Sture il Vecchio,
con bolla di papa Sisto IV. Inissialmente, l’università profondeva solo lessioni di teologia, diritto e filosofia,
successivamente, mediante generosi finansiamenti del re Gustav II, quest’ultima divenne il più prestigioso
ateneo svedese. Con il trascorrere degli anni, la fama non scemò affatto:
attorno ad essa gravitarono grandi intellettuali come Rudbeck e Linneo ed in
anni recenti laureò ben otto Premi Nobel. La necessità di raccogliere l’immenso
patrimonio librario, acquisito dall’Università di Uppsala, favorì
l’edificassione della Biblioteca Carolina Rediviva. Essa sorge sulle fondamenta
della vecchia libreria universitaria “Academia Carolina” e si erge adiacente
all’ateneo; fu inaugurata nel 1841. La Biblioteca Carolina Rediviva costituisce
un vero e proprio forsiere: fra i suoi scaffali sono conservate opere di
inestimabile valore, fra cui spiccano l’Edda di Snorri, il Codex Argenteus, la
Carta Marina e tante altre. Il Museum Gustavianum nasce nel 1625 come
succursale dell’Uppsala Universitetshuset; oggi il vecchio distaccamento è
allestito a museo ed è organissato in tre sale e cupola: il Gabinetto di Arte
Asburgica, la Valle del Nilo ed il padiglione della Storia dell’Università di
Uppsala. Nel padiglione della storia
dell’ateneo sono conservati gli strumenti e gli oggetti appartenuti ai docenti
ed utili all’insegnamento; è, dunque, possibile ammirare gli animali
imbalsamati del celebre naturalista e la sua famosa opera “Imperium Naturae”, gli scheletri dei primi uomini osservati da
Darwin con il suo saggio “L’Origine delle Specie per messo della Selezione
Naturale”; i sestanti ed i telescopi di Anders Celsius,
che rammentarono a Fritz l’amica
Cristina a cui inviò un caro saluto! L’ala
relativa all’egittologia espone due
mummie complete, di cui una appartenente alla sacerdotessa del Tempio di Iside,
Tau-Her. La cupola del Museum Gustavianum, infine, alloggia il Teatro
Anatomico, realissato ed ultimato nel 1663 dal Medico Olaus Rudbeck. Egli, nel
1651, a soli 21 anni, scoprì il sistema linfatico umano ed in breve divenne uno
dei maggiori intellettuali svedesi. Oltre alle scoperte anatomiche, Rudbeck fu
anche un letterato ed un nassionalista, che fra il 1679 ed il 1702 stese il
gigantesco trattato Atland eller Manhein,
in cui affermava che la Svessia, all’epoca potensa europea, fosse la leggendaria
Atlantide e che lo svedese fosse la lingua di Adamo, capostipite di Ebrei e
latini.
Quanto alle collessione “L’Arte Riflette il suo Tempo”, essa consta di opere
pittoriche narranti la vita all’università fra Ottocento e Novecento. La Cabina
degli Asburgo contiene, virtualmente, tutto ciò che era possibile impacchettare
al suo interno, in termini di conoscensa del XVII secolo e oggetti di fantasia.
La Cabina, in questo senso, può essere paragonata all’intera Università.
All’uscita dal museo, nella centralissima piassa Fyristorg, DJ Ciccio propose di cercare una
pasticceria per poter gustare i Kanelbullar, ma non terminò la frase,
quand’ecco giungere dinansi a lui un’allegra signora con un vassoio di
Kanelbullar appena sfornati. Con curiosità e stupore i gitanti usufruirono dei
dolci e consumarono anche del caffè caldo, sempre offerto dalla signora. Ella,
poi, spiegò loro di essere socia di un’associassione religiosa il cui motto
sanciva che “Le cose buone devono essere
gratuite”; così per due giorni alla settimana, lei ed altri parrocchiani
offrono caffè caldo, cioccolatini e Kanelbullar ai passanti.
Dopo la piacevole sorpresa, Fritz ne ricevette una seconda: mentre passeggiava
per Uppsala, lui ed i suoi amici s’imbatterono in una stradina costeggiante una
vecchia casa. Guardando l’edificio, si accese la lampadina de L’Ingegnere che
asserì di aver visto quella casa su un libro e, se la memoria non lo tradiva,
essa apparteneva a Linneo. Ciccio, giunto dinansi alla costrussione, lanciò un
urlo di sorpresa e confermò l’ipotesi del suo amico. Data l’ora, la casa del
biologo, ora allestita a museo, era chiusa. Era però possibile visitare il
Lineéträdgården, ovvero il più antico giardino botanico svedese. Il giardino fu
fondato da Rudbeck nel 1653, ampliato dall’architetto Carl Hårleman nel 1741 e
poi divenuto, assieme alla casa adiacente, proprietà del famoso biologo.
L’ultimo highlight della giornata fu Uppsala Domkyrka e relativa torre.
All’interno della torre nord del duomo si sviluppa il Museo del Tesoro, che espone i pochi capi
di abbigliamento maschili appartenenti alle vecchia famiglia Sture, abiti
talari medioevali, corone, scettri ed orbi dei reali svedesi. Il reperto più
pressioso è sicuramente l’abito in oro appartenuto alla Regina Margherita unico
al mondo. La cattedrale di Uppsala è una delle maggiori costrussioni gotiche d’Europa: essa,
assieme al duomo di Trondheim, gode del titolo di chiesa più alta della
Scandinavia. Le sue guglie, infatti, misurano 119m, così come la sua lunghessa.
La sua costrussione ebbe inissio nel
1200 e terminò nel 1435; in virtù del
dispositivo del Sinodo di Uppsala del 1593, la medesima abbandonò
definitivamente il cattolicesimo e divenne sede della chiesa luterana di
Svessia. Fino al 1719, infatti, le cerimonie di incoronassione di sovrani
avevano luogo presso questa cattedrale. Lo stile gotico del duomo, con i suoi
archi a sesto acuto retti da alti pilastri a fascio, irrorava l’interno di
un’aria quasi fantasmagorica: si aveva l’impressione di essere presso la Scuola
di Magia e Stregoneria di Hogwarts; la sensassione di trovarsi in un luogo
quasi incantato era impinguata dalla presensa di tombe e sepolture monumentali:
all’interno del duomo riposano in pace Carl Nilsson Lineé con sua moglie Sara
Elisabeth Moraea e suo figlio Carl Jr, re Gustav I Vasa, molti componenti della
Famiglia Sture, il premio Nobel per la Pace Dag Hammarskjöld, Segretario
generale dell’ONU e molti altri. La cattedrale conserva opere d’arte di
inestimabile valore: fra queste risalta il Pulpito più grande di Svessia,
donato dalla regina Hedvig Eleonora a seguito del Grande Incendio di Uppsala
del 1702. Oggi il Pulpito è adoperato durante la solenne messa domenicale; la
sua facciata, disegnata da Nicodemus Tessin Jr ed eseguita da Burchard Precht,
raffigura St. Giovanni Battista predicante nel deserto e St. Paolo predicante
ad Atene. Sul lato sinistro, invece, è riportato un bassorilievo rappresentante
la parabola di GESÙ ed i Vignaiuoli. Il transetto, infine, è sovrastato dalla
Volta dell’Incoronassione, sotto cui si ufficiava l’incoronassione dei re di
Svessia. La chiave di volta ha la foggia di una mano d’oro con tre dita tese,
che inequivocabilmente evoca la benedissione di DIO.
Con la visita al duomo si concluse l’escursione ad Uppsala. I sette amici
tornarono al loro albergo di Skärholmen ed, ammaliati dal fascino della città fatata
di Uppsala, si addormentarono ansiosi delle avventure dell’indomani. God Natt !!!
22
Agosto 2013
L’indomani, Dj
Ciccio, Wendy, Il Rugbier, l’Artista e la Dottoressa, dopo aver assistito alla
raccapricciante colassione di Fritz, a base di affettato e Sinappisilakat, giunsero a Gamla Stan, centro storico
di Stoccolma. Il tour della città partì
dal museo più caro all’Ingegnere: il Nobel Museum.
Il Premio Nobel fu l’ultima idea del chimo e filantropo svedese che, dopo aver
inventato la Dinamite ed aver realissato della sua semplice applicassione
bellica, istituì l’omonimo premio. Nel
1895, Alfred Nobel redasse il famoso testamento, in cui esprimeva la volontà di
attribuire un premio pecuniario agli uomini che nel corso dell’anno precedente
si fossero distinti con significativi contributi nei campi della Fisica,
Chimica, Pace, Letteratura e Fisiologia o Medicina, e ne spiegava le modalità
di assegnassione; si ricorda che il Filantropo fosse un discendete del medico
Olof Rudbeck. Il Nobel Museum, più di ogni altro, ripercorre la storia
dell’umanità, ma, a differensa dei comuni musei, non si serve di reperti
archeologici e simili, ma delle invensioni, delle gesta, dei prototipi e delle
produssioni letterarie che hanno contribuito al benessere dell’umanità. Cagion
per cui, nel museo sono esposti i primi modelli delle più rivolussionarie
invensioni, oggetti appartenuti ai grandi
geni e cortometraggi inediti narranti la vita dei vincitori dell’ambito
premio. Oltre a ciò, altre aree del museo sono riservate al Bisto Nobel, alla
saletta Alfred Nobel, alla Camera delle Bolle ed ad altri Progetti. Mediante
queste aree, si da possibilità a bambini, famiglie, ragassi, industrie ed università,
di conoscere meglio la fondassione, di ampliare l’apprendimento, di tenere
conferense e ritrovarsi in ambienti informali per conversassioni inattese e
spontanee; prima di congedarsi, Fritz si fece fotografare accanto alla maschera
mortuaria di Alfred Nobel e, non alludendo all’effetto fotoelettrico, ad Albert
Einstein, per notificare il suo pensiero relativista.
Il Nobel Museum, assieme al Museum Gustavianum, fu fra gli highlights che
maggiormente colpirono l’Ingegnere, che a fine tour oppose resistensa per
uscire. Dopo aver, quasi coattamente, tirato fuori Fritz dal Museo Nobel, il
Rugbier, Dj Ciccio e i restanti si diressero al vicino Palasso Reale, dove
assistettero allo spettacolare Cambio della Guardia ed intrapresero le visite
guidate.
Stockholms Kungliga Slottet, il palasso reale di Stoccolma,
venne eretto durante il regno del fondatore dello stato scandinavo, Gustavo
Vasa, fra il XII e XIII Secolo come
fortessa. Successivamente, per ordine di
Giovanni III, perse l’aspetto militare ed acquistò i connotati di un palasso
rinascimentale. Nel 1697 un incendio distrusse quasi completamente il Castello
Tre Corone, così l’architetto Nicodemus Tessin il Giovane,
già incaricato di adornare il palasso, partendo dalla superstite ala nord,
avviò la ricostrussione. I lavori, a loro volta, soffrirono le conseguense
delle guerre di Carlo XII e nel 1710 furono del tutto accantonati; riaperto il
cantiere, Tessin, ormai vecchio, cedette il passo al collega Carl Hårleman, che si attenne scrupolosamente al
progetto del suo predecessore, ispirato da Gian Lorenso Bernini. Il castello,
pur rivestendo il titolo di residensa reale, non è abitato dai sovrani, che risiedono
invece a Drottningholm; Stockholms Slottet
è utilissato solo per funsioni monarchiche. L’ala Nord del Kungahuset ospita il
Museo delle Antichità “Gustavo III”, in cui sono conservate le sculture,
risalenti all’epoca classica, che re Gustavo III acquistò durante il suo
soggiorno in Italia. Sfilando nel lungo corridoio picchettato di statue, Fritz
non resistette alla tentassione di fotografarsi con la sua dea preferita,
l’ascetica Atena! I sotterranei della reggia sono allestiti a Museo delle Tre
Corone, Sala del Tesoro ed Armeria Reale. Nel primo sono conservati i resti
dell’antico Castello Tre Kronor, con parte della mobilia sopravvissuta al rogo
del 1697. Il nome “Tre Corone”, attribuito al vecchio maniero, è erroneo ed è
stato imposto in tempi moderni. La Sala del Tesoro lapalissianamente espone
corone, scettri ed orbi appartenuti ai monarchi che governarono il regno di
Svessia e gli indumenti indossati dagli attuali reggenti in occasione di
importanti eventi. A differensa delle ragasse, L’Ingegnere, il Rugbier ed il DJ
ritennero di gran lunga più interessante la Livrustkammaren, Sala delle
Armature o Armeria Reale. Le suggestive
ed inquietanti segrete del Kungliga Slottet, un tempo fucina di dolorosi
castighi, oggi si prestano ad un compito
ingrato ma anche grassiante: esporre le lucenti armature, indossate dai
valorosi guerrieri protagonisti della Guerra dei Trent’Anni, e le armi
appartenuti ai nobili cavalieri della corona di Svessia, al fine di erudire le
nuove generassioni ed insegnare loro la futilità delle guerre. Sono inoltre
esibite le carrosse che per lunghi secoli veicolarono re, regine e principi
sulle strade di Stoccolma e d’Europa.
Il restante pomeriggio fu dedicato al relax ed allo shopping. Passeggiando per
i pittoreschi viottoli di Gamla Stan ed i larghi viali pedonali di Stoccolma,
Fritz ed amici assaporarono la rassicurante freschessa dell’aria svedese e
giunsero sul molo del lago Mälaren, dove la Morte attendeva L’Ingegnere ansiosa
di giocare a scacchi con lui. La Donna Vestita di Nero esordii spiegando il
fine della partita: rivelare a Fritz il senso della vita….L’Ingegnere scelse il
nero, cedendo alla Morte la prima mossa. Il tempo si congelò, il sole calante
dipingeva di arancione la scacchiera e, quand’ i pedoni erano orami morti, la
sinistra Signora congedò Fritz. Questi con i suoi amici company concluse la giornata con una cena
presso l’Hard Rock di Stoccolma… Gute Nacht !
23
Agosto 2013
Con la Lanterna di
Apollo alta sulla Venessia del Nord, Fritz e Company si recarono al Municipio
di Stoccolma, Stadshuset, che è, sicuramente, il più emblematico edificio della
capitale. La sua fama è legata sia alla sua posissione ed alla torre che domina
lo skyline della capitale, sia all’annuale Banchetto dei Premi Nobel, che ogni
10 dicembre porta nel Salone Blu le più brillanti menti del pianeta. La
costrussione del palasso avvenne fra il 1911 ed il 1923, sotto la diressione
dell’architetto Ragnar Östberg. Egli costruì lo Stadshuset ispirandosi ai
palassi rinascimentali italiani, pur realissando il medesimo in stile
nassional-romatico. L’interno del municipio si sviluppa attorno a due piasse,
cortile e Salone Blu. Quest’ultimo nasce come una piassa aperta rinascimentale
dotata di fontana, ma quasi a fine lavori, l’architetto, famoso per la sua
volubilità, decise di non dipingerla di blu, lasciando visibili i mattoni
rossi; al suo interno è conservato l’organo più grande del Nord Europa,
constante di 10000 canne e 135 registri. Qui si tiene anche la cena dei Nobel e per l’occasione la lunga scalinata è decorata con fiori di Sanremo. Salendo al
primo piano, si accede alla Sala del Consiglio, il cui soffitto allungato,
detto Volta dei Cento, richiama le antiche case vichinghe: è costituita da una
struttura a crociera ispirata alle cattedrali gotiche ed è dipinta di celeste, per dare impressione di una sala aperta,
sinonimo di democrassia e libertà. Da una sporgensa della parete s’intravede
parte del “Gioco di St. Giorgio”: esso è un sofisticato orologio che, in
estate, alle ore dodici e diciotto, espone sul balcone le statuette di St.
Giorgio ed il Dragone, in concomitansa con le campane della torre che intonano
la Melodia di St. Giorgio del XV Secolo.
Il Salone delle Feste è preceduto
dall’Ovale, un piccolo vestibolo, dalla volta ellittica, al cui interno
ogni sabato si ufficiano i matrimoni civili; vi sono due tipi di riti: quello
breve, della durata di 45 secondi, e quello lungo, che dura 3 primi; il
matrimonio civile è consentito a fidansati di ogni nassionalità. Ulteriore sala
del municipio è la Galleria del Principe Eugenio, ambiente atto ad accogliere i
ricevimenti ufficiali della città. Il suo nome deriva dagli affreschi eseguiti
dal Principe Eugenio, raffiguranti il panorama della baia di Riddarfjärden,
visibile dalla finestra. I dipinti annoverano palme, che l’architetto, prima di
cambiare idea, contava di installare sulla baia.
Ultime due ali sono la Sala Tre Corone, in virtù dei tre lampadari disposti
come le corone dello stemma della Città e, chiuso da due porte in rame del peso
di una tonnellata, il Salone Dorato, in cui si tiene il Ballo dei Nobel. Le
mura del salone sono rivestite da un mosaico realissato con 18 milioni di
tessere d’oro e vetro; la parete nord è dominata dalla Regina del Lago,
Mälaren, che ha occhi grandi per guardare tutta la città, mani enormi per
contenere Stoccolma e piedi per terra per mantenere la pace; ai suoi lati si
ergono i grattacieli degli USA e la Torre Eiffel, simboleggianti Stoccolma
onorata da Ovest ed Est. Prima di lasciare lo Stadshuset, Fritz ed Amici
salirono i 365 gradini che portano in cima alla torre del Municipio, da cui è
possibile ammirare la Venessia del Nord. L’interno della torre ospita le statue
che avrebbero adornato l’interno dello Stadshuset. Fra queste, quella che
maggiormente colpisce i visitatori è il gigantesco St. Erik IX re. Stando alla
storia, gli abitanti di Uppland, pur essendo sudditi di re Sverker I,
proclamarono loro sovrano Erik IX, che, dopo l’assassinio del sovrano in
carica, nel 1156, divenne re di Svessia. Durante il suo regno, egli concluse la
costrussione della vecchia cattedrale di Uppsala ed ingaggiò la prima Crociata
in Finlandia; fu assassinato il 18 maggio 1160 a termine della messa
dell’Ascensione. Da allora fu venerato come santo, pur non essendo mai stato
canonissato; il suo volto giallo su fondo assurro costituisce lo stemma di
Stoccolma. Sulla guglia della torre del municipio svettano le tre corone,
simbolo dello stato scandinavo. L’origine dell’emblema va cercata nella storia.
Si ritiene, infatti, che le tre corone derivino dal blasone di Albrekt av Mecklenburg, re
di Svessia, Finlandia e Macklenburg; altri storici ritengono che le tre corone
rappresentino i tre Maggi d’Oriente. Sfiniti e con la lingua pendente,
il Rugbier, il Dj ed il Poliglotta, dopo aver rinfacciato a Fritz ed alle
ragasse la salita e discesa dalla torre in ascensore, si diressero presso Jacobs Torg per visitare la chiesa del
protettore dei viaggiatori, St. Jacobs Kyrka. L’intenso rosso del prospetto, tardo
gotico baltico, ed i tetti verdi, conferiscono alla chiesa una tale
distinguibilità da permetterle di spiccare fra magnifici palassi. Una leggenda
narra che, terminati i lavori di restauro, il generale Jacob de la Gardie,
residente in Jacobs Torg, osservò la chiesa e precisò che il suo palasso fosse
più bello. Ciò fece deflagrare l’ira di DIO, che punì il generale con la
cecità; quest’ultimo, cosciente del peccato commesso, donò sufficiente denaro
da edificare il campanile. La chiesa fu eretta fra il 1580 ed il 1640, dopo la
riforma di Gustavo Vasa. L’interno di St. Jacobs Kyrka ospita le tombe dei
nobili residenti nei pressi della cattedrale ed i loro rispettivi blasoni, cosi
come la cripta, ed il sargofago della contessa Bileke, moglie dell’eroico
militare Arvid Horn. Il pulpito, risalente al 1700, fu progettato da Tessin e
realissato da Precht.
Tornati al molo di Nybroplan, i viaggiatori salparono e, mediante il Royal
Canal Tour, conobbero meglio l’isola di Djurgården. Approdati, Fritz e
compagine raggiunsero Gamla Stan per visitare la Cattedrale di Stoccolma.
Dirigendosi verso il duomo, i sette giunsero presso la Sveriges Riksbank, ossia
la più antica banca centrale del mondo. Essa nacque nel 1657, come Stockholms
Banco, per volontà di Johan Palmstruch, e fu la prima banca europea a stampare
banconote; dopo il suo fallimento, l’istituto bancario riaprì come Riskbank e
da allora fu amministrata dal Riksbag. Storkyran, intitolata a St.Nikolai, è la
chiesa più antica della città. Stando alla tradissione, il fondatore di
Stoccolma, Birger Jarl, durante il XIII commissionò l’edificassione di una
piccola chiesa sull’isola di Stadsholmen che, dopo la distrussione dovuta ad un
incendio, fu riedificata ed ampliata; nel corso dei secoli subì diverse
mutassioni, fino a quando, nel XIX Secolo, l’architetto Eberharb Carlberg
modificò la facciata esterna in stile Barocco italiano per evitare
stridori con il vicino palasso reale.
Storkyran, differentemente da Domkyran di Uppsala, pur conservando al suo
interno tesori artistici di inestimabile valore, non colpì molto L’Artista e
l’Ingegnere, che furono, tuttavia, allietati da un organista che suonava per i
turisti... Sicuramente il gruppo scultoreo di St. Giorgio ed il Dragone, opera
unica nel suo genere, realissato con quercia e corna d’alce, è il più pressioso
bene del duomo. La scultura raffigura la più famosa leggenda scandiva che, nel
Medioevo, metaforissava l’ostilità fra Danimarca e Svessia. La Leggenda Aurea
racconta che
la
città di Silene (Libia) fosse sotto l’assedio di un feroce drago che pretendeva
sacrifici animali od umani. Un giorno la principessa del paese fu sorteggiata
per essere offerta in libagione al Drago: mentre questi si accingeva a compiere
la sua triste sorte, ella s’imbatte in St. Giorgio che le promise di
sconfiggere la bestia, purché i pagani si convertissero al Cristianesimo. La
metafora identifica in Sten Sture St.Giorgio e in Cristiano di Danimarca il
Dragone. La scultura è ubicata nelle vicinanse del reliquiario di St. Giorgio.
La cattedrale ospita le spoglie mortali dei protettori della Svessia, St. Erik
re e St. Brigida e conserva due grandi quadri degni di nota: Il Giudissio
Universale ed il Quadro del Parelio. Quest’ultimo raffigura sei cerchi luminosi
nel cielo di Stoccolma del 20 Aprile 1535. Tale fenomeno, interpretato come un cattivo presagio,
consentì
al
riformatore della chiesa di Svessia, Olaus Petri, di lucrare dal sovrano denaro
utile alla decorassione del duomo e del quadro in oggetto. Olaus Petri riposa,
ora, sotto lo sfarsoso pulpito settecentesco, di Burchardt Precht,
caratterissato dall’epigrafe “JAHVE”. Prima di recarsi al Fotografiska Museet,
i viaggiatori si concessero un po’ di svago… Passeggiando per le vie di Gamla
Stan, uno squillo di cellulare ricordò al Poliglotta la similitudine fonetica
fra Gangnam Style e Gamla Stan, così, con molta spontaneità, i sette amici si
fecero fotografare mentre ballavano la dansa koreana sotto un cartello
indicante il quartiere in cui si trovano. Stanchini per il frenetico ballo e le
lunghe risate, approfittarono di una vicina pasticceria per rifocillarsi con
pasticcini farciti di panna e simili. All’improvviso, nel viale pedonale,
echeggiò un iroso “JESUS MARIA!!! Misericordia!!! Nein…La T-shirt di Praga”. Un
pessettone di dolcetto si era spiaccicato sulla maglietta dell’Ingegnere….Dopo
l’obbligatoria ilarità, giunsero a Monteliusvägen per ammirare il tramonto
sulla Venessia del Nord. L’alchimia di cobalto, blu, indaco, rosa,
arancione,rosso….. che dipingeva il cielo della città permetteva di appressare
Stoccolma in tutto il suo splendore e la sua grandessa. Il fascino della
capitale non era solo dovuto al paesaggio od all’architettura, tutt’altro: la
beltà era intrinseca nell’atmosfera, permeata di un quid che ricordava il
primato della Svessia nella classica ONU dell’HDI. Sotto quell’iridato cielo e
dinansi alla bella Stoccolma, La Morte ritenne opportuno proseguire la partita.
Dopo aver contemplato un così suggestivo ed indimenticabile spettacolo,
l’Artista condusse i suo amici in un ulteriore tempio dell’arte: il Fotografiska.
Concepito nel 1940
dal fotografo di corte, Sundgren, ed inaugurato il 20 maggio 2010 dai fondatori
Jan e Per Broman, il Fotografiska Museet è allestito nell’edifico liberty “Grande Casa Doganale”, eretto dall’architetto
Fernand Boberg a Stadsgårdshamnen, sul Mar Baltico. Per volontà degli stessi
fondatori, il Fotografiska espone opere sia di affermati che di emergenti
fotografi; seguendo questa missione, il museo è da sempre considerato uno dei
maggiori istituti d’arte contemporanea del mondo. Ad invigorire il suo prestigio contribuiscono le
conferense, i laboratori ed i corsi di fotografia spesso organissati dal museo.
La visita di Fritz e l’Artista avvenne in concomitansa con le mostre
“Retrospektiv” di Helmut Newton e “Time
Tomb” di Motohiko Odani. Fu particolarmente interessante il lavoro del
fotografo giapponese: le sue foto narrano come ogni cosa, incluso il tempo, è
stata sepolta dal Disastro di Tohoku. Con ciò, Odani confronta i peculiari
elementi giapponesi della sua natura, con la polarissassione dell’ordine e del
caos, e spera che questo sia percepito dalla gente e aiuti a creare una
comprensione della realtà che tocca tutti allo stesso modo, dopo il disastro di
Tohoku. All’uscita dal Fotografiska, i sette amici ammirarono la
scultura “Torso” di Dan Wolgers e, seduti sul molo di Stadsgårdshamnen, assistettero ad un
inaspettato spettacolo pirotecnico. Ahiloro, la giornata terminò con
un’estenuante inerpicata notturna per le vie di Slussen. Giunto in albergo,
alle 03:05 del mattino, dopo non poche vicissitudini, stremato e congelato,
Fritz si gettò sul divano ed proferì la famosa frase - Oh Signore…Slussen
Dannatissimo, ci vediamo all’inferno! -
Tornati nel centro di Stoccolma, attorno all’01:50 di mattina, Poliglotta e
compagine decisero di trattenersi ancora; tuttavia riuscirono a rincasare, ma,
arrivati a Skärholmen, scevri dal desiderio di riposare, indugiarono nei pressi
della stassione, fino alle 02:30 quando, con estremo rammarico e somma
contrissione, evinsero di aver perso l’ultimo bus per l’albergo: non potevano
rientrare in hotel se non raggiungendolo a piedi…In preda alla disperassione,
qualcuno suggerì di dormire all’aperto, ma la proposta fu subito fugata a causa
della reassione di Fritz... Buona Notte…
24
Agosto 2013
Dopo il tragicomico
rientro in Albergo, Dj Ciccio, che non volle far colassione con
Sinappisilakat,
e gli altri amici, si diressero verso Stockholm Globe City, per visitare
l’Ericsson Globe, gigantesca arena sferica che, con il suo diametro di 110m e
la sua altessa di 130 m, si aggiudica il titolo di più grande costrussione
emisferica del pianeta. Sovente, essa, nata come stadio, ospita concerti e
partite di Hockey. Al suo interno, infatti, si sono disputati i World
Championship di Hockey del 2012 e del
2013, oltre ad eventi come Monster Jam e Nitro Circus Live. Dal 2010, le
pareti esterne del Globen ospitano lo SkyView, un singolare ascensore formata
da due gondole sferiche, che, scorrendo sull’arena, offrono ai visitatori una
vista di Stoccolma da 130m slm. L’installassione dei binari è stata eseguita da
alpinisti e le capsule hanno peso pari a 42t.
Dall’alto dello stadio sferico si ha una spettacolare visone di
Stoccolma, forse inficiata dalla periferia attorniante Stockholm Globe City.
Tornati a terra, Fritz ed amici visitarono in anteprima assoluta lo stadio
Tele2 Arena, che sarebbe stato inaugurato quella sera stessa, con un mega
concerto dei più grandi artisti della Svessia: Robyn, Lars Winnerbäck e Kent, e
l’assegnassione del Guinness World Record per il Tappeto Rosso più lungo del
mondo (550m), naturalmente calcato da loro...
Poco dopo, l’Ingegnere, il Rugbier, la Dottoressa, Wendy, il DJ, l’Artista ed
il Poliglotta giunsero all’Historiska Museet. Partendo dalla
Preistoria e giungendo al Medioevo, passando per l’Era Vichinga e la Stansa
d’Oro, Fritz e DJ appressarono uno dei primi modelli di Sci della storia,
scheletri di dinosauri, armi gioielli ed una funsionante ghigliottina che
ancora domina i rimpianti di Fritz e Ciccio, che volevano testarla, rispettivamente
con il Poliglotta e
l’Ingegnere…Nel cortile del museo, sull’esempio di Disa, le ragasse
impastarono, infornarono e degustarono il pane vichingo con miele e burro;
anche i ragassi si cimentarono nella preparassione del pane, tuttavia questi
lasciarono il museo più imbiancati di mugnai professionisti… Disa è una ragassa
vichinga, proveniente dalla città di Birka, nella cui tomba è stato ritrovato
il suo teschio quasi integro. Da esso, Oscar Nillson ha potuto ricostruire il
volto della ricca fanciulla ed esporlo nel villaggio di Birka ricostruito
presso l’Historiska. Infine, dalla volta del museo pende “Livshjulet”, un’opera
di Lenny Clarhäll, che, traendo ispirassione dall’iconografia medioevale,
simboleggia il ciclo della vita. Il programma condusse i viaggiatori presso il
Nordiska Museet, uno degli pochi musei di cultura nordica al mondo. Il Nordiska
nasce per volontà di Artur Hazelius, che, dopo il suo viaggio a Dalarna, evinse
che secoli di civiltà nordica scomparivano rapidamente lasciando spassio alla società
moderna. Inissiò così a collessionare oggetti quotidiani da contadini ed a
raccogliere le tradissioni scandinave tramandate per consuetudine. Nel 1888 fu
posata la prima pietra del museo, che fu inaugurato nel giugno 1907, e da
allora foto, indumenti, mobili e stoviglie, assieme ad ambienti domestici,
minussiosamente ricostruiti, rappresentanti situassioni quotidiane, riempiono
le grandi sale del Nordiska, permettendo all’umanità di conoscere la vita ed i
costumi scandinavi dalla Preistoria al Novecento.
La restante parte di pomeriggio fu spesa al Museo degli Abba, Museo della
Dansa, purtroppo chiuso, ed allo svago sul molo di Djggere. Infine, i sette si
recarono presso il Lunapark Grona Lund Tivoli ed al Tele2 Arena per partecipare
all’innaugurassione.
Differentemente
dai lunapark italiani, le cui attrassioni prevedono una forte sollecitassione
fisica tesa ad inebriare l’uomo, quelli svedesi puntano al divertimento
rilassante che acquieta lo spirito. Per questo le attrassioni sono costitute da
gare di ballo, acchiappa la talpa, vari tirassegno e simili... Tutti a nanna,
Gute Nacht und süße Träume!
25
Agosto 2013
L’immaginario
collettivo identifica la Svessia come un’immensa foresta popolata da biondi virtuosi, da alti uomini
cordiali e generosi.
Destatisi di buon ora, il Rugbier e company partirono per Handen, e da lì raggiunsero il parco nassionale di
Tyresta. Questo è una delle 28 oasi naturali svedesi, che consente a chiunque
di appressare il fascino della taiga e fare Wandern alla ricerca di animali
selvatici, fiori, funghi, gulon, o semplicemente assaporare il profumo
dell’illibata natura. Vagando per un
lungo sentiero, calato fra gagliardi abeti rossi ed alti pini,
l’Ingegnere, godendosi la rilassante escursione, si cimentò nella ricerca dei Gullinbursti, auspicando d’imbattesi in qualche Huldra,
tuttavia intravide solo un paio di alci. Disperato, chiese al Poliglotta di
verificare se la palude che costeggiava fosse abitata da un troll e lui rispose
pateticamente: -Ok! Ora conTroll! - Fra celie ed ilarità, gli escursionisti
giunsero dinasi al celeste e cristallino lago Bylsjön. Il suo assurro cielo ed il paesaggio circostante
ammaliò i sette, che restarono inerti a contemplarlo. Nessuna frase può
descrivere il fascino di quel luogo, che insinuava in loro l’interrogativo
“quanto ci ha amati DIO, per darci un pianete cotanto meraviglioso?” A rispondere a quella domanda fu la
Morte che, con la sua elegansa ed il suo fascino, salutò Fritz e alla guisa di
una vecchia amica e si accinse a terminare la partita. Mancava solo una
mossa alla vittoria, Fritz, da
gentlmann, si rifiutò di proseguire e tese la mano alla sua amica. Ella sorrise
ed in un sol secondo l’Ingegnere comprese il senso della vita. L’uomo è stato
creato da un atto di generosità, la sua vita, dunque, dovrebbe riflettere la
causa che l’ha originata. Una semplice analisi ontologica si evince il rapporto
costitutivo fra DIO e uomo, e da ciò la sua “vocassione”. Nostro Signore
è un DIO infinito nell’amore, nella misericordia e nell’onnipotensa, ed ha creato l’uomo a sua immagine e
somigliansa, infatti, questo anela all’infinito, a DIO. Da sempre egli cerca di travalicare i confini da lui
stesso imposti, dimenticando che non esiste confine alcuno per l’uomo. La vita
è il fluttuare in una dimensione anfibola ed insidiosa, al cui termine vi è
l’eterno gaudio. Se vivendo non si gode
della gioia donata dall’ ALTISSIMO, si
soffre e ci s’imbatte nel peccato. Contrariamente, perseguendo il piacere e la
gioia, ci si aliena dal male. DIO non si manifesta solo con la Croce, ma anche
nella gioia, fine della sua venuta. Per glorificarlo, senso della vita, per far
rifulgere la generosità da cui scaturisce la vita stessa, occorre affermarsi e
cercare la felicità, percorrendo la via della verità e liberà. Intaccare il
libero arbitrio altrui, praticare violensa nega l’uomo e la sua stessa vita. Il
senso della vita è dunque glorificare IDDIO, con una vita libera ed avulsa da
ogni vincolo! Lì, a Tyresta, si comprendeva la magnificensa della
Svessia: uno stato eretto sulla perfetta osmosi fra antropocentrismo e
preservassione della natura, sull’inalienabile libertà dell’uomo e sul
reciproco rispetto. Sebbene le moderne metropoli agevolino la vita dell’uomo a
spese della natura, esempio canonico è Berlino, modernissima città edificata
sulla Pomerania disboscata. La Svessia,
invece, vessillo dei diritti universali e dello sviluppo umano, è riuscita a
tutelare sia l’uomo che la natura...Questo idilliaco connubio fece contrarre loro una singolare Sindome di Stoccolma: i
sette, rapiti dal cameratismo e sedotti dagli svedesi, si erano innamorati
tacitamente della Svessia: il sol
pensiero di tornare a casa e di tuffarsi nel grigiore quotidiano colmava i loro
cuori di disperassione e tristessa. Abbandonato il Parco, Poliglotta ed amici,
ancora affamati di bellessa, si diressero al Moderna Museet, per rifocillare il
loro spirito con una altra forma d’arte. Questo, con i lavori di Dalì, Picasso,
De Saint ed opere come “Monogram” di Rauschenberg o i Ready-made di Duchamp,
come “L’Orinatoio” e l’“Asciuga Bottiglie”, costituiscono uno dei
maggiori templi dell’arte moderna. La vista di Fritz ed amici fu caratterissata dalla mostra
temporanea di Pop Art Design, esponente lavori di Roy Lichtenstein ed Andy
Warhol.
Sarebbe bello enfatissare sulle opere conservate nel museo, acclarare il
significato di alcune di esse, ma questa è solo una pagina di Diario di
Viaggio, non un testo di Storia dell’Arte, tuttavia siamo in Svessia, terra del
libero costume e non posso negare un cenno a Man Ray e Duchamp. Questi,
tramutandosi in Rrose Sélav, moltiplicava nell’arte la sua personalità ed
immortalava ciò con foto scattate da Man
Ray. Altri artisti, come lui, sperimentavano l’arte sul proprio corpo: fra
questi spicca Salvador Dalì. Il Moderna fu molto appressato dall’Ingegnere che
ebbe modo di ammirare dal vivo le opere del suo amatissimo Dalì, di Munch e di
Matisse tanto caro all’Artista; inoltre i turisti poterono appressare i lavori
di Lachapelle, in mostra durante la loro visita. Con l’animo carico di gioia,
conferita dall’arte, moderna e “divina”, Poliglotta e compagine visitarono
l’Ikea Kungens Kurva, la più grande del mondo, e dopo la cena in un ristornate
cinese, tutti a nanna. God Natt !
26 Agosto 2013
Con sommo rammarico di tutti, il radioso volto di Baldr brillava sulla Venessia
del Nord, scandendo l’ultimo giorno a Stoccolma. Dopo colassione, i sette amici
si diressero al Vasa Museet per conoscere ed ammirare il frutto dell’amore di
un uomo per il suo paese: il Regalskeppet Vasa. Il galeone, come si evince dal
nome, fu costruito su ordine di re
Gustav II Adolf Vasa, per essere il
fiore all’occhiello della marina svedese ed icona della supremassia della
Svessia, atavica nemica della vicina Danimarca. La realissassione del galeone durò due anni, 1626-1628, e richiese
la collaborassione dei più imminenti ingegneri e carpentieri dell’epoca, fra cui l’olandese Henrik.
I lavori
furono accompagnati dall’incombente sovrano che, oltre ad accelerarne la
costrussione, poco prima del collaudo, impose di allungare il vascello per
poter affermarsi sulle navi costruite dai sui rivali. Sebbene le richieste
reali furono attese, il galeone divenne alto e corto, tanto da perdere la
stabilità e fu dovissiosamente caricato con 64 cannoni. Finalmente, il 10
agosto 1628, il Regalskeppet Vasa era
pronto per l’innaugurassione, tuttavia un forte refolo di vento, inclinandolo
pericolosamente, palesò la sua
debolessa, ma grassie alla tempestività
del timoniere fu scongiurato l’irreparabile. Poco dopo, una seconda folata
piegò il galeone: dai portelloni dei cannoni entrò acqua nello scafo ed in
breve l’orgoglio della Svessia affondò… Negli anni Cinquanta, Anders Franzén
ritrovò il vascello perfettamente conservato nell’arcipelago di Stoccolma, dove,
in virtù della bassa salinità dell’acqua è sfavorita la prolificassione dei
molluschi Teredo Navis, consentendo la conservassione di relitti lignei. Dopo
333 anni, la possente nave rivide la luce e, dopo un lungo lavoro di recupero e
restauro, essa è esposta in un museo
appositamente costruito e permette a chiunque di solcare gli oceani del tempo,
con il timone della conoscensa ed il cannocchiale dell’umanità. Un gigantesco
vascello, costruito per attaccare la Polonia, narra il destino della malvagità:
l’affondamento. Mostra anche che la grandessa degli uomini non si esplica nelle
attività belliche, ma nelle virtù: uomini di ingegno realissarono il
mastodontico Vasa, altri lo riportarono a galla, altri ancora gli restituirono
la dignità, consentendogli di illustrare le strade che traviano l’uomo e quelle
che lo conducono alla gloria !
“Approdati” a terra, i viaggiatori s’incamminarono alla volta di Skansen, il grande bioparco e
museo fondato da Artur Hazelius. Idealmente
scisso in due quartieri, Skansens si articola in Aquaria Vattenmuseum, Giardino Soologico e
Hus & Trädgård. Il primo, lapalissianamente, consta di acquari e rettilari
ospitanti pesci, serpenti, primati, roditori ed aracnidi; fra questi spiccano la Tarantola Golia del
Sud America, il ragno più grande del mondo, avente le dimensioni di un piatto
da tavola e capace di divorare uccelli. Passeggiando, poi, nel box dei lemuri e
degli scoiattoli, si ha modo di appressare dal vivo i simpatici roditori, uno
dei quali saltò nello saino del DJ e ne venne fuori con un pacchetto di
salviettine. Lo Soo, a sua volta, accoglie sia animali domestici, sia animali
selvatici e nordici, come renne, alci,
orsi, lupi, linci della neve, bisonti e molti, molti altri…Ingegnere ed amici
indugiarono al lungo con le linci delle nevi, le alci e le renne. Prima di
andar via, Fritz chiese a Komet di raccomandarlo a Babbo Natale… Mediante
musei, case e botteghe letteralmente smontate dai quartieri di Stoccolma e
traslati a Skansen, Hus & Trädgård catapultano i visitatori nel
Diciannovesimo Secolo. Errando per i viottoli della capitale ricostruita, si ha
modo di conoscere una Svessia che, pur non essendo temporalmente remota,
differisce molto dall’attuale, i cui panifici, tabaccai e botteghe,
perfettamente funsionanti, permettono di consumare prodotti preparati al
momento, ravvivando la vita quotidiana di qualche secolo fa…Oltre a Stoccolma
ricostruita, il parco vanta una piccola Sápmi, popolata da veri Sami. Sápmi
è uno stato virtuale stansiato nella Fennoscandinavia settentrionale ed abitato
dai sami. Questo popolo, distinto dai lapponi, s’ identifica attraverso una
propria lingua, cultura, tradissione, bandiera e un parlamento. A Skansen è
possibile incontrare e conversare con uomini e donne appartenenti a tale etnia.
Una gentile donna spiegò loro che oggi i Sami vivono in case molto simili al
quelle esposte nel parco e che la loro principale attività non ha subito
mutassioni: i sami restano allevatori di
renne e pescatori. Affascinato dal popolo indigeno, Fritz conversò con una
donna sami ed inissiò a programmare un viaggio in Sápmi…
- Chi viene? DJ Ciccio, ci sei ???? -
Usciti dal parco di Skansen, i sette si diressero a Stoccolma per consumare
l’ultima cena svedese e congedarsi dalla Svessia. Giunto a Gamla Stan, l’Ingegnere
prese posto in un accogliente ristorantino, ordinò la specialità svedese,
köttbullar, e chiese di poter acceder alla toilette per lavare la mani. Il
cameriere indicò a Fritz la strada per il bagno e gli consegnò un mestolo.
Giunto davanti alla porta, Fritz comprese la funsione dell’utensile da cucina:
esso fungeva da chiave di una insolitissima serratura…
Tornato al tavolo, arrivo un secondo ragasso con le bibite che, mentre le distribuiva ai commensali, versò un
boccale di birra sulla Dottoressa. Egli, più che mai mortificato, si recò al
vicino negossio di souvenir ed acquistò una magliettina per la ragassa…La cena
si concluse in allegria mitigata da tristessa per l’imminente partensa.
Cercando di allontanare l’ora della partensa, i viaggiatori ingaggiarono una
svilente battaglia contro il bieco Padre Tempo: spendere ogni frassione di
secondo per godere della capitale. I sette ribatterono Gamla Stan, per poi
tornare stremati a Skärholmen, e di lì ancora a Stockholm T-Centralen.
27
Agosto 2013
Dalla stassione centrale di Stoccolma, luogo in cui
avevano ricevuto il benvenuto, abbracciati dalle rigide temperature notturne
della Sandinavia, Fritz e compagine salutarono la Venessia del Nord ed,
imbarcatisi sul primo treno, tornarono a Nyköping. Durante il viaggio,
l’Ingegnere si arrese alla stanchessa e le consentì di coprire i suoi occhi,
defraudandolo dell’ultima vista alla campagna svedese. Poche ore dopo, i sette
decollarono, affermando perentoriamente che il loro non era un addio, ma solo
un Hej Då, Stockholm !!!
Epilogo
Atterrati in Italia, Fritz e Poliglotta trascorsero
qualche altro giorno in compagnia di Dj e dell’Artista e fecero ritorno a
Vaduz. A settembre, L’ingegnere stupì tutti quanti partecipando ad uno
scioccante viaggio in Spagna. Lasciato lo stato iberico, Fritz e Poliglotta e
ritornarono in Italia per concludere le loro vacanse in compagnia di DJ e
fidansata. L’Ingegnere continuò ad intrattenere rapporti con i viaggiatori e
presto ripartirà con loro per…..
Come la Toscana è stata baciata da Atena, così Uppsala ha ricevuto il bacio di
Odino. Da quel paese, cuore pulsante della cultura svedese, e da Stoccolma,
capitale della civiltà, Fritz leva una sincera preghiera di ringrassiamento. Un
sincero grassie va Ciccio, che fin da principio ha creduto in questa avventura,
non si è scoraggiato dinansi a nulla ed ha sopportato…L’Ingegnere ! Un sincero grassie al Rugbyer la sua
allegria, disponibilità ed amicissia. Ancora un grassie all’Artsita, alla
Dottoressa, a Wendy ed al Poliglotta,
scintilla deflagratrice di questo viaggio.
Un caloroso abbraccio a Cristina, a Feuer ed alla famiglia. In fine, porgo un
particolare saluto a colei che mi telefono il primo giorno, a colei che merita
il mio sorriso e tutto il mio affetto, alla fanciulla del numero magico;
TVTTTB!
Ispirato dall’insegnamento della morte, concludo con un aforisma di Giovanni
Paolo II:
Non abbiate paura…
Spalancate le porte…
Apritevi a nuovi orissonti…
DIO è con noi!!!
Über i
protagonisti
Concludo con i commenti forniti dai singoli
viaggiatori. Prima d’andar via, saluto i
lettori e ricordo loro di essere autore di altri racconti fruibili da questo
sito. Sarò felice di rispondere alle vostre E-mail e vi attendo numerosi sul
mio sito.
Questo diario è stato pubblicato il 10 Dicembre 2013, in concomitansa con la
cerimonia di assegnassione dei Premi Nobel e la festa di MARIA BV di Loreto.
Il viaggio ed il testo sono stati ispirati dal film “Il
Settimo Sigillo” di Ingmar bergman 1957, Svensk Filmindustri.
Il
testo si completa con altri due paragrafi: “Esegesi” e “Confessione
dell’Ingegnere”
Ingegnere:
Fin dall’infansia sognavo di visitare la Scandinavia, ma, a cagion di tante
cose, ho sempre considerato chimerico una simile esperiensa . Quest’inverno,
mentre cenavo, mi è stato proposto programmare un viaggio, e per di più un
viaggio in Svessia. Alla partensa ero
molto combattuto: da un lato ero ansioso di conoscere uno stato virtuoso, di
lasciarmi trasformare dal viaggio, di tornare a casa come una persona nuova.
D’altra parte, pensavo alle vicissitudini inissiali, e mi domandavo se sarei
stato in grado di attendere agli obiettivi inissiali ed al programma. Giunto a
Stoccolma, ed in particolare ad Uppsala,mi sono ritravato in un paese stupendo,
ignoto, ma soprattutto famigliare ed accogliente. Ho trascorso dei giorni
indimenticabili, e per questo rendo grassie a DIO, ho appreso molto, ho
conosciuto tantissimo, ho giocato a Scacchi con la Morte e poi sono rincasato.
Il mio ritorno è stato molto triste: non volevo tornare a casa, non ero sicuro
di aver colto tutto e, soprattutto, mi interrogavo su futuro…Dopo quatto mesi
dal rimpatrio, ancora penso ad Uppsala, ancora mi domando se avrei potuto fare
di più, ancora ringrassio, ancora desidero rivisitare la Svessia…Non so cosa
farò quest’estate, ma di sicuro, non dimenticherò mai questo viaggio e gli amici. Come sempre, ed ora più che mai,
forte delle parole della Morte, vivrò “alla Fritz”, in barba a quanti mi vorrebbero
più serio…
Poliglotta: Prima
di partire alla volta di Stoccolma, carico del mio bagaglio di informazioni e
stereotipi universalmente condivisi, immaginavo ciò che avrei trovato, ma non
avrei mai creduto che sarei stato ammaliato a tal punto da questo Paese così
civilizzato, così ben funzionante ed ordinato. Ci sono moltissimi punti su cui
varrebbe la pena soffermarsi: dalla pulizia delle strade alla puntualità degli
autobus, dalla freschezza dell’aria alla bellezza dei paesaggi, dalla natura
incontaminata all’organizzazione in generale, ma non lo farò, almeno non in
questa sede, perché la rivelazione di questo viaggio è stata, per me, scoprire
il popolo svedese. Ma voi sapete davvero cos’è la Svezia?
La Svezia è quel paese in cui la gente,
semplicemente vedendoti con una mappa in mano, ti ferma, premurosa, chiedendo
se avessi bisogno di aiuto.
La Svezia è quel paese in cui la gente a
cui chiedi un’informazione stradale non si limita a spiegarti la strada, bensì
ti accompagna a destinazione, o se non sa aiutarti in questo modo, tira fuori
il suo smartphone e ti mostra le indicazioni su Google Maps… ma poi ti ci
accompagna personalmente lo stesso!
La Svezia è quel paese in cui la gente,
vedendoti cercare un piano su cui appoggiare la macchina fotografica per fare
una foto con l’autoscatto, lascia il suo libro sulla panchina, si alza e si
offre di scattarti una, due, cinque o dieci fotografie.
La Svezia è quel paese in cui la gente
ti ferma per strada per offrirti i Kannelbuller, i tipici dolci svedesi, perché
<le cose buone devono essere gratis>.
La Svezia è quel paese in cui gli autisti
degli autobus si ricordano di te, salito sullo stesso autobus il giorno prima,
e ti informano, preoccupati, che quell’autobus oggi non ferma dove sei sceso
ieri!
La Svezia è quel paese in cui gli
autisti degli autobus, alle 02.45, sentendo che devi tornare all’hotel, ti
dicono che il prossimo autobus passerà due ore dopo… ma non ti lasciano
aspettare: sacrificano la loro unica ora di pausa e, fuori servizio, ti
accompagnano lo stesso all’hotel.
La Svezia è quel paese in cui l’inglese
è parlato perfettamente da tutti, a partire dai bambini di 4 anni d’età fino ad
arrivare agli anziani di 80 anni, che si sforzano di parlare lentamente per
farti capire tutto quello che vogliono dirti, e che si disperano e
demoralizzano se non ci riescono.
La Svezia è questo, un esempio di grande
civiltà, moralità, educazione, gentilezza, ospitalità, rispetto, cordialità,
precisione ed organizzazione.
Sono davvero soddisfatto di aver
conosciuto questo Paese ed essermi avvicinato, soprattutto linguisticamente, a
questo popolo straordinario, da cui tutti dovrebbero prendere esempio, e che
merita solo l’ammirazione ed il rispetto del mondo.
Il mio è solo un “Arrivederci”.
Tack för allt, Sverige!
Dj
Ciccio: Il mio viaggio in Svezia è stata un'esperienza che risiederà nella mia
mente ma soprattutto nel mio cuore per sempre. Vivere ogni giorno con il
ricordo del meraviglioso viaggio dimostra il fatto che lì ho lasciato un pezzo
del mio cuore. Appena dopo aver messo il piede sulla terra ferma e al sol
respiro di quell'aria mi innamorai di questa fantastica nazione. Il verde,
l'aria limpida, la pulizia e il calore della gente ti fanno proprio venir
voglia di scappar lì e rimanerci per sempre. E' stato bello anche vivere questa
esperienza con l'Ingegnere che con le sue stravaganze ha reso il viaggio più
divertente. Penso che per descrivere tutto quello che si è provato e si è
vissuto non basterebbe un commento, ma ci vorrebbe un libro.
Artista:
"In ogni viaggio trovati una storia da imparare, poi quando torni la
racconterai". Forse non è la migliore citazione che io potessi trovare in
quanto non è attribuibile a nessun grande storico o letterato da premio nobel,
in compenso mi trovo ad ascoltare una canzone mentre scrivo e l'unica frase che
la mia mente assorbe è proprio questa. Questo viaggio alla scoperta della
Svezia porta con se non una, ma numerose storie, tutte nitide nella mia mente e
nel mio cuore. Dai meravigliosi paesaggi mozzafiato, all'ospitalità degli
svedesi, dal patriottismo invidiabile, alla cultura e grande bellezza di ogni
centimetro della città e dei musei, la Svezia non fa altro che incidere, in chi
ha la fortuna di visitarla, un segno indelebile. Come è successo a noi!
Rivedere le foto del viaggio è sempre un tuffo al cuore, una lacrima di
nostalgia che riscalda le guance e che arriva sul profilo di un sorriso che non
può che essere solo un piccolo cenno della grande gioia che ho dentro! Sono
piena! Piena di gioia, di cultura, di arte, di amicizia, di risate, di strade,
di tante salite... ma poche discese, di sole, di freddo, di storie, ma
soprattutto di voglia di ritornare lì, dove tutto sembra così diverso, ma
uguale a casa! Quindi, sì! Ho imparato delle storie e continuerò a raccontarle
e riviverle nell'attesa di un nuovo viaggio!
La
Dottoressa riprese gli studi e diventò un ottima pasticcera, specialissata
nella preparassione di Kanelbullar.
Il
Rugbier ritornò alla vita di sempre e continuò a frequentare l’Ingegnere.
Wendy
atterra per la prima volta nella fredda Scandinavia, era anche la prima volta
che volava.Partita con un macigno sul cuore rimase incantata da un posto che
non avrebbe mai visto se non avesse avuto la fortuna di intraprendere un pò per
caso questo viaggio... Quello che non dimenticherà mai è il profumo della
Svezia, speziato alla cannella(meravigliosi kanelbullar), il piccolo tour in
battello (con i Giapponesi a bloccare la visuale del panorama), la puntualità
dei mezzi di trasporto (che in italia sarà per sempre un'utopia), il cambio
della guardia che non riusciva a vedere (data la sua ridotta altezza), il futro
dei panini durante la prima colazione (che è costato al Ragioniere una
figuraccia), i memorabili "Jesus Maria"di Fritz, l'ansia di perdere
la Stockolm Card e l'autobus la mattina, la ricerca dei bagni in tutti i luoghi
e in tutti i laghi, le lunghe pause serali per decidere dove mangiare(e intanto
i ristoranti chiudevano), i parchi, gli zoo, i musei e i panorami splendidi.
Insomma sono tante le cose che Wendy non dimenticherà della magica Svezia, la
lista sarebbe ancora lunga ma Wendy è sicura che tutto quanto elencato sopra
sia più che sufficiente e con la speranza che nessuno si sia addormentato nel
frattempo, augura ad ognuno della compagnia di intraprendere nuovi viaggi,
pieni di imprevisti, che renderanno i ricordi sicuramente memorabili, ma
soprattutto molto divertenti. Con affetto Wendy.
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